Un drone – nell’accezione recente del termine, è una piccola macchina volante, dotata di almeno 4 eliche a passo fisso (quadrimotore), privo di equipaggio e quindi comandato a distanza a mezzo di appositi dispositivi radio. Il sistema a quattro eliche – ovvero 4 motori – non ha ridondanza, se una di queste si rompe la macchina cade rovinosamente al suolo; anche per questo motivo sono pure prodotti droni con 6 od otto eliche (esacotteri / ottocotteri) che possono essere fatti atterrare in sicurezza anche con un elica (motore) guasto. Il rovescio della medaglia consiste nel maggior costo e nella maggiore complessità della macchina che la rendono per contro, anche più suscettibile a guasti.
I droni qui di interesse sono quelli di utilizzo corrente nella pratica professionale di tecnici operanti nel settore edile, industriale, ambientale e simili (ingegneri, geometri , architetti, geologi, agronomi etc.) e quindi caratterizzati da dimensioni massime nell’ordine del metro e pay-load (carico utile) variabile tra le poche centinaia di grammi ed i 2÷3 kilogrammi.
La disponibilità di carico dei droni è in genere utilizzata per trasportare un qualsiasi sensore utile agli scopi d’indagine prefissati; vi si può quindi alternativamente montare:
- fotocamera;
- telecamera;
- termocamera;
- lidar
- sensori specifici per il rilevamento di qualsiasi gas disperso nell’ambiente.
L’attivazione, gestione e controllo di tali dispositivi è effettuata da remoto (da terra) al pari della gestione del drone che li trasporta.
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